Roncesvalles - Zubiri
Nonostante la stanchezza accumulata il giorno prima passo una prima notte di merda. Appena le luci si spengono alle 10 in punto scopro di avere una simpatica luce di emergenza proprio puntata in fronte a me. Evvai!! Dopo un tempo interminabile riesco finalmente ad addormentarmi, con un piano ben preciso: sveglia alle 7.30 e partenza alle 8. Nella maggior parte dei refugios bisogna infatti levare le tende entro le 8 di mattina. Un volontario olandese ha invece la brillante idea di svegliarmi alle 6.40, in modo "Che io possa alzarmi in tempo". Ma porca puttana, ma voi in Olanda ci mettete tutti piu di un ora per alzarvi? Ma che siete, una tribù di handicappati? (cit.) Io in ogni caso resisto stoicamente a questo rompicoglioni e non mi schiodo dal letto fino alle 7.30.
In mezz'ora faccio lo zaino, mi lavo, mi preparo e parto, alla faccia di quel taramot. Come il primo giorno la mia tattica è parlare con la gente, superarla, parlare con altra gente, superarla ecc. ecc.
Dopo aver percorso i primi km in una bella foresta che costeggia la strada principale giungiamo finalmente ad un supermercato, dove posso concedermi una meritata seconda colazione. Non sono nemmeno le nove. La marcia riprende, le solite chiacchiere anche. Il paesaggio si alterna tra boschi e colline che mi ricordano le atmosfere della Contea; per rendere tutto più tolkeniano mi diletto nel fischiettare la colonna sonora del Signore Degli Anelli. Anyway spagnoli a parte i pellegrini sono per la maggiorparte italiani e.... coreani! Scopro che il 40% di loro sono cattolici, non l'avrei mai detto! Poverini, con tutte le cose che potevano importare dall'Italia avrebbero potuto scegliere la pasta, la pizza, il mandolino o il Franz Bazar, ma invece si sono scelti la religione. #minutodisilenzio
Tra tutti i tipi che conosco segnalo l'incontro con un americano uguale a Gigi Datome. La cosa divertente è che viene proprio da Boston, ma non ha assolutamente idea di chi sia il mitico Gigione.
Parlando di questo tipo si è fatto tutta la Francia a piedi da Le Puis prima di giungere a Roncesvalles, quindi è allenatissimo. La cosa che più impressiona, oltre alla sua somiglianza a Gesù, sono le sue scarpe da ginnastica con suola quasi inesistente. Lui mi racconta che dopo un mese di cammino i suoi piedi sono quelli degli hobbit e che quindi non ha nessun problema a farsi una quarantina di km a giornata, nemmeno con quelle scarpe. Esticazzi.
Abbandonato il mitico Scott giungo in una località di nome Zubiri. Le mie gambe chiedono aiuto, lo stomaco ancora di più. Dopo aver mangiato un'enorme baguette riparto a piena velocità verso la località successiva, di nome Larrasoana. Sul percorso ho incontrato poca della gente conosciuta a Roncesvalles, quindi percorro velocemente l'ultimo tratto perchè ho paura che il mio albergue sia pieno. Come non detto, sono il quinto ad arrivare, giusto in tempo di trovare la doccia fredda perchè l'acqua è finita dopo i primi 4. Piccolo dettaglio: appena prima di raggiungere nell'albergue entro per sbaglio in una casa privata, pensando che fosse proprio il mio albergue. Ad accogliermi invece trovo due vecchietti che stavano facendo tranquillamente le pulizie in casa loro. LOL.
Gli altri italiani arrivano tranquillamente ore e ore dopo di me, prendendomi giustamente per il culo per la mia fretta. Al solito gruppo italiaco si aggiungono la toscana Giulia, il terun Pietro e Kristoffer (detto Cristo) lo svedese. Passo il pomeriggio facendo amicizia con Garbine (non la Mu-gu-ru-za nel caso Albyno leggesse), ragazza che lavora all'albergue di Larrasoana. Con lei sfodero tutto il mio sex appeal e proprio grazie alla mia indiscutibile bellezza (non di certo al sentimento di tenerezza/pena suscitato da un pellegrino stanco e bisognoso) riesco a barattare il mio "bastone" con uno degno di questo nome. In questo albergue faccio anche la conoscenza di due mitiche figure che spesso incontrerò durante il mio Camino: Sempai il pescatore, un sessantenne coreano che sta facendo il suo sesto cammino ed il grinch, uomo norvegese che possiede solo due espressioni. Una senza sorriso e una senza sorriso ma con il cappello.
La sera si avvicina e con questo anche il classico pasta-party tra italiani. La preoccupazione collettiva (non mia) è che 1.5 kg di pasta per 8 persone siano troppi; dopo 10 minuti la pentola è vuota e qualcuno a caso è arrabbiato perchè non è riuscito ad avere la sua quarta razione. Indovinate chi?
La sera passa abbastanza tranquillamente, da segnalare solo la scommessa vinta con Giulia con oggetto "Parlare più di 10 minuti con un coreano". Vado a letto stanco e pensando al momento in cui ho catturato Zapdos per la prima volta.
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