lunedì 23 novembre 2015

Giorno 1

Prima tappa: St. Jean Pied de Port - Roncesvalles 25.6 km

La notte prima della tempesta passa abbastanza bene. Sono stanco morto e dormo come un sasso, nonostante il russare di qualcuno (il francese presumo). I miei compagni di viaggio iniziano a fare casino già alle 6, compromettendo inesorabilmente il sonno del tonno.
Ciònonostante alzarsi dal letto si rivela una impresa quasi impossibile, visto che uscirò di casa solo alle 7.40, quasi un'ora dopo degli altri. La prima tappa è notoriamente la più impegnativa di tutto il Camino, quindi faccio il carico di energie e ancora prima di iniziare a camminare ho già nello stomaco mezzo tubo di pringles, 2 brioches e una banana. La cosidetta "Colazione del caprone".
Parto, ovviamente pioviggina. Francia di merda. Dopo nemmeno 10 minuti inizio a maledira la giacca Dréz che mi fa sudare come Jp in sauna, ricacciandola subito nello zaino. La strada è in piedi fin da subito, le prime pendenze ricordano molto quelle di Sondalo; dopo 24 anni finalmente vivere in un posto in salita mi serve qualcosa. Procedo a passi lunghi e ben distesi (cit. genio cepinasco) e fin dall'inizio inizio a sorpassare e parlare con gente a caso. Il panorama è un continuo mutare, il tempo non è da meno. Sembra di essere in una mostra di quadri, con dipinti tutti diversi tra loro. Per fortuna dopo la prima difficile erta la pianura mi da un po' di tregua, ma dopo circa 1 km la strada torna ad inerpicarsi anche più di prima. Poco dopo aver superato i miei compagni di dormita il cielo emette un peto fragoroso: it's raining man! Da grande coglione quale sono ho lasciato il poncho in fondo allo zaino, quindi nel tempo di tirarlo fuori e coprirmi sono già slozzo. La pioggia continua incessante, da questo deduco che siamo ancora in Francia; la strada invece spiana gradualmente in vista di una specie di malga/albergue. Tra le tante nuove conoscenze segnalo bruno, un agricoltore piemontese 55enne con cui condivido discorsi molto interessanti. I motivi dei nostri Camini sono molto diversi e forse proprio per questo il confronto è così bello. Proseguo col mio passo sostenuto rischiando di perdermi; per fortuna una ragazza tedesca che ha pedalato dalla Germania fino a St. Jean si avvede del mio sbaglio e mi riporta sulla retta via. Grazie Lisa. Continuo e giungo in cima al colle vergot.
Ah, quasi dimenticavo di parlare della nebbia: per lunghi tratti ho avuto paura di essere venduto come tonno al mercato rionale. Se non capite la battuta guardatevi Fantozzi impegnato nella tostissima Coppa Cobram. Se avete visto Fantozzi e non capite la battuta siete semplicemente dei coglioni. Dopo un incoraggiante cartello del tipo "Mancano 770 km a Santiago" inizia la picchiata finale verso Roncesvalles. La discesa è ripida e spaccaginocchie, specie dopo quasi 25 km già nelle gambe. Purtroppo sono sprovvisto di bastone e tribolo alla grande. Dopo un periodo che mi è sembrato interminabile giungo finalmente al mastodontico albergue di Roncisvalles. Ironia della sorte trovo un bastone (di merda) proprio poco prima di varcare il portone, fuck!
Quando entro mi accorgo di qualcosa di insospettabile: sono il primo pellegrino del giorno!! La voglia di arrivare presto per farmi una doccia e per fare prendere il meno freddo possibile alla mia tosse mi ha reso un fortissimo atleta!!! In realtà scherzo, la metà dei pellegrini sono vecchi, è ovvio che io vada un po di più ;) Sta di fatto che dopo la mia fatica scopro che l'Albergue apre solo alle due.
Mannaggia agli olandesi che lo gestiscono! Non posso nemmeno farmi una doccia, il mio ipod è scarico ed il mio telefono pure. Passo il tempo prima delle 14.00 parlando con un koreano e invocando improbabili santi olandesi. Finalmente posso lavarmi dopo un'ora di attesa. Puttana maiala che goduta!!! Nel pomeriggio mi concedo una meritata siesta, riabbracciando in seguito tutta la gente che ho incontrato in precedenza. Manco a farlo il mio vicino di letto è proprio Bruno, con cui condivido anche la cena. A proposito, dopo aver incassato il due di picche dal cameriere quando gli ho chiesto di portarmi una razione doppia, riesco a convincere un gruppo di koreani a darmi tutti i loro avanzi. Il cameriere mi guarda male ma chissene, il cibo non si butta no? Prima di andare a letto conosco una ragazza italo-americana di nome Gabriella, davvero interessante. Vado a letto davvero contentissimo, il mio primo giorno è stato davvero una figata.

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