giovedì 10 dicembre 2015

Giorno 8

Logrono – Ventosa

Al mio risveglio le medicine hanno fatto miracoli: la mia caviglia sembra come nuova, ma sarà abbastanza per camminare? Luis mi consiglia di riposarmi, un irriducibile basco invece dice che un vero uomo come lui non si è mai fatto problemi a camminarci sopra. Nel dubbio lascio momentaneamente lo zaino al refugio per dirigermi alla biblioteca locale, dove approfitto per usufruire di un computer per un'ora, giusto il tempo per guardare i voli di ritorno e aggiornarmi su cosa sta succedendo nel mondo. Tornando da Luis rifletto sugli artisti della storia (cit.) e sul da farsi per la giornata. Siccome a Logrono mi romperei i coglioni decido di rischiare e partire, male che vada posso sempre fermarmi nel primo posto che capita o tornare indietro in autostop. Mi aggrego al primo che passa, un militare coreano che sta facendo il Camino in tenda, camminando con lui per un paio d'ore. Ricordo con piacere due circostanze di questo tragitto comune, prima l'incontro con Maria, senora novantenne che ci ha dato preziose indicazioni su come uscire da Logrono visto che le frecce scarseggiavano e che mi ha chiesto di arrivare a Santiago anche per lei. In secundis l'intervista che mi ha fatto il compare coreano davanti ad un laghetto di paperelle, chiedendomi informazioni su di me, sul perchè stessi facendo il Camino + varie ed eventuali.
Il mio obiettivo di giornata era inizialmente Navarrete, paesino posto a circa 13 km da Logrono, ma quando giungo a destinazione mi sento ancora in forma. Decido quindi di proseguire fino a Ventosa, paesello di campagna di cui ricordo il nome solo grazie all'omonimo Capitano. Ad un km dalla meta mi imbatto in una stoica Valentina, alle prese con una tendinite ben peggiore della mia. Vorrei rimanere con lei ma mi sto cagando addosso, la rivedrò un'oretta dopo e con 1 kg di peso in meno.
L'albergue in cui capito non è nemmeno male, ma la signora russa che lo gestisce è una rompicoglioni tipo Rottermaier. Non esistono negozi di alimentari nel paese, quindi sono costretto a comprare tutto nel costoso minimarket dell'albergue. Maledetta megera!
Proprio in tempo per la cena giungono anche Cristo e Giulia, con cui mi divido i compiti: io pasta e loro spezzatino. Quando abbiamo già iniziato ad usare i fornelli giunge in cucina la simpatica padrona di casa, che ci dice che non si può cucinare carne. Peccato che i cartelli dicano solo che “E' vietato friggere”. Da quanto si frigge uno spezzatino?? La rompicoglioni non vuole sentire ragioni e quindi siamo costretti a ripiegare sulla pasta, con Cristo che si lamenta perché invochiamo il nome dei suoi parenti.
Cos'altro? Faccio parecchie conoscenze interessanti, tipo una ragazza ucraina di 19 anni che parla solo 6 lingue o la lituana Sandra. Non male l'Est Europa. Dopo cena mi imbatto addirittura in un ragazzo di Chiavenna di nome Luciano, finalmente qualcuno delle mie parti!
Vado a nanna pensando ad Ale e alle asiatiche.

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